martedì 27 settembre 2011

Pane di casa

E' così che noi chiamiamo il pane fatto in casa. Ai tempi delle mie nonne tutte le signore lo facevano in casa almeno una volta alla settimana: il pane veniva mangiato a colazione, pranzo e cena; veniva portato nelle campagne dai mariti e dai figli a scuola. E nel periodo di San Giuseppe, il 19 marzo, veniva e viene fatto in abbondanza e distribuito a vicini di casa, parenti e conoscenti come "promessa", cioè come voto per grazia chiesta o ricevuta. Del resto in tutto Italia il pane è sacro e magari anche voi avrete memoria del pane fatto dalle vostre nonne.
Mia nonna materna lo fa ancora oggi perchè quello comprato non le piace e perchè, come dice lei, "che ci vuole a farlo? basta un minuto!": donna d'altri tempi!
come per la ricetta dei cavatedda di vinu cuttu non ci sono assolutamente dosi: tutto si fa a occhio, dalle dosi della farina alla temperatura del forno rigorosamente a legna. Come per la ricetta dei cavatedda di vinu cuttu allora considerate questa ricetta una nota antropologica-culinaria, uno sfizio che mi passo per dar gloria a questa bella tradizione del pane di casa.

Ingredienti:
farina di grano duro
farina di grano tenero
lievito di birra
sale
acqua
uova
semi di papavero

Procedimento
mia nonna prepara una sorta di lievito madre nel senso che, non conserva il vecchio impasto e poi lo aggiunge come lievito all'impasto nuovo, ma prepara qualche ora prima un impasto con farina di grano duro e lievito sciolto in acqua tiepida. Quando poi inizia a lievitare, dopo qualche ora, lo usa come lievitante.


In un grande contenitore di legno, chiamato "maidda", versa la farina di grano duro e quella di grano tenero. Prima di cominciare a impastare dice una preghiera alla Madonna perchè sia di buon augurio per questa Grazia di Dio che è il pane. Aggiunge acqua tiepida e il lievitante fatto poco prima. Comincia a impastare rigorosamente a mano (ccà machina u pani nun veni bunu = il pane, se impastato con l'impastatrice, non viene bene).
Su un piano da lavoro ricoperto di lenzuoli di cotone, a loro volta ricoperti di farina di grano duro, si comincia  a "ruddare", cioè vengono fatte le porzioni di impasto e vengono leggerissimamente lavorate per dar loro la forma rotonda. I pani vengono adagiati su questi lenzuoli a una certa distanza gli uni dagli altri perchè lieviteranno. E' un lavoro che va fatto velocemente altrimenti l'impasto perde il calore delle mani e lieviterà male. Alla fine tutti i pani vengono coperti con lenzuoli e pesanti  coperte di lana.
Nel frattempo si arde il forno.


All'inizio si da una vampata forte in modo che la temperatura salga velocemente, poi si inseriscono dei grossi pezzi di legno (zucchi) che fanno si che la temperatura sia elevata ma costante. Il forno è pronto quando "il cielo è bianco", cioè quando le mattonelle interne sono talmente calde da sembrare bianche. A questo punto si pulisce il forno con una scopa bagnata.



Quando il forno è pulito si inizia a infornare il pane. Lo si mette su una pala di metallo ricoperta di farina per non fare appiccicare il pane, gli si mette sopra dell'uovo sbattuto e poi i semi di papavero.


Man mano che si preparano i pani li si sistema nel forno; tutta l'operazione va fatta velocemente altrimenti il forno si raffredda!



Quando tutti i pani sono sistemati si chiude l'apertura del forno con una porta in metallo senza cardini chiamata "valata". Dopo una ventina di minuti il pane dovrebbe essere pronto, lo si vede dal colore della superficie.


 A questo punto si tira fuori dal forno con un'altra pala di metallo e...



buon appetito!

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